Intervista a Ringo of Dakar (ROD)
di Antonella Pisilli
Antonella Pisilli : Inizio con una domanda di rito, qual è la tua formazione artistica?
Ringo of Dakar : Sarò breve : La mia formazione artistica consiste nel non avere una formazione artistica. In realtà non ho seguito una scuola specifica, ho sempre rifiutato qualsiasi tipo studio accademico. Amavo l’arte, amavo la sperimentazione. Sono irrequieto e ribelle per mia natura, detesto essere parte di un ismo specifico, dunque per me avere una formazione artistica consiste sostanzialmente nel rifiutare qualsiasi tipo di formula per accettare la sperimentazione. Ho frequentato la scuola Interazionale Francese in Senegal, emigrato in Francia ho conosciuto diversi intellettuali tra cui Pierre Restany. In questo periodo andavo in giro per il Louvre, il Musèè de la Ville….mi piaceva molto Matisse. MI affascinava di più l’arte classica che quella contemporanea, in Europa mi ha colpito più la Venere di Milo che Picasso o Kendell Geers…In Italia ho conosciuto la mia attuale compagna, Marta Massaioli, Vettor e Mimma Pisani…di conseguenza l’arte di Gino De Dominicis.
Antonella Pisilli : Il tuo vero nome è Ibrahima Diop come mai hai scelto Ringo of Dakar come pseudonimo?
Ringo : Cantavo, una band di Louga, con degli amici e strumenti realizzati con mezzi rudimentali, ecologici…mi sfottevano io ero Ringo …Ringo Starr..coì ho deciso di lasciare il mio nick name Ringo ma aggiungendo il mio paese d’origine…mi sento molto senegalese…
Antonella Pisilli : Le tue opere seguono i “valori africani legati all’intuizione, all’emozione, al ritmo e alla forza vitale”, tipiche dell’Ecole de Dakar?
Ringo : No assolutamente no. Non mi sento per nulla legato all’idea di un arte che deve essere negra. L’arte per me è un messaggio universale, basti pensare al Partenone, alle Piramidi, certo io sono senegalese, sono nero, ovvio la mia è un arte la cui radice è africana, la mia natura trapela, ma detesto tutto ciò che è etnico, che è troppo stettamente legato ad un territorio specifico. La mia Venere Nera che presenta una modella nera , congolese, Nadia è congolese, sdraiata a simulare la postazione de lla Venere d’Urbino di Tiziano è proprio una riflessione sull’universalità del linguaggio artistico, anzi per meglio dire la sua multinuversalità..visto che sembra viviamo in un multiuniverso….nella fotografia mi sento libero di proporre modelle congolesi, cinesi, senegalesi che sono ritratte a distanze di secoli in un set che ricorda un tempo antico, il 1500 , il 1600 , voglio ricreare la provocazione di un emozione in differita….a distanza di 600 anni una donna nera e non bianca è di fronte ad un audience e ad un artista che la ritrae…un emozione simile analoga a quella prodotta da Tiziano…attualmente sto lavorando sul tema dell’amor sacro e dell’amor profano…ma questavolta le modelle saranno una nera ed una bianca
Antonella Pisilli : Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Ringo : Ousmane Saw, Tiziano, Giorgione, Tintoretto…Fidia…
Antonella Pisilli ; La tua cultura di matrice islamica quanto influenza il tuo lavoro?Ringo : Per nulla, l’arte , la mia arte non ha alcun riferimento religioso, la religione è un territorio che non intendo toccare in alcun modo con la mia arte.
Antonella Pisilli ; Realizzi opere sia di pittura che scultura, ma utilizzi anche il video e la performance, quali di questi mezzi ti permette di esprimere meglio il tuo pensiero?Ringo : Tutti in maniera diversa, non sento una diversità né contraddizione tra questi media.
Antonella Pisilli : Tu vivi da molti anni in Europa, prima in Francia e poi in Italia come la cultura europea e quella africana si integrano nelle tue opere?
Ringo : Secondo un moto naturale. Ho sposato una donna europea, ho una figlia che è nata in Italia e non ha mai visto l’Africa…sono culture che hanno dei simboli ancestrali che le accomuna…come sapeva bene Alessandro Magno…che cercava l’omphalos del mondo in Egitto. L’ anello di congiunzione è l’elemento concettuale e simbolico comune ad entrambe le culture e tradizioni. Da Picasso in poi è evidente che il pensiero simbolico e la formulazione astratta dell’arte africana è elemento fondante del pensiero e dell’estetica contemporaneo